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Navicelle

”barchetta”
”barca
”barchetta

Una parola che evoca immagini di barche in balia dei flutti, tempeste e onde spumeggianti che le sommergono; e, sconvolte da un rollio al limite del rovesciamento, bramano la terra, un approdo sicuro e la salvezza… Anche gli autori del melodramma "Orazio", nel XVIII secolo, sembravano vederla allo stesso modo:

"Fra gli scogli e la procella,
Agitata navicella,
Senza porto e senza lido
Il furor del vento infido
E’ costretta a seguitar”

Avevo pensato a “navette”, ma suona freddo e incongruo, potendo definire anche capsule spaziali o  minibus per l’aeroporto.
Comunque sia, l’idea mi è venuta guardando un pezzo di legno tozzo, compatto, ma praticamente inutilizzabile per altri scopi; unito a un pialletto ben affilato e a una morsa è tutto quello che serve. A parte il lavoro naturalmente, che è sì la parte più difficile, ma anche la più divertente. Poche linee tracciate a mano libera, una vaga idea della forma e un buon occhio (e qualche piccolo segreto che si scopre strada facendo) consentono di ottenere i profili più disparati, sia pure nelle improbabili simmetrie dello scafo. Se poi si utilizzano essenze diverse si possono produrre piacevoli accostamenti ed eleganti effetti cromatici.
Nel realizzare queste foto ho cercato di rendere indefinibile la grandezza delle ‘piccole navi’, giocando con le distanze e gli scarsi punti di riferimento; mi piace l’idea che ognuno la decida da sé, secondo il proprio gusto e i propri criteri dimensionali. Spero di esserci riuscito.

”barca
”barca
”barca
”barchetta
”barchette
”barca
”mini
”barche
”barchetta
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