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Canoe

Costruire una canoa è stata un’autentica rivelazione. Richiede, su scala ridotta, la stessa cura di una barca e presenta le stesse difficoltà, in relazione al metodo prescelto. Ma operativamente ogni cosa è più agevole, dovendo maneggiare componenti notevolmente più leggeri e di dimensioni più contenute. Inoltre, cosa non trascurabile, il tempo di realizzazione è molto ridotto e, conseguentemente, lo diventa anche il rischio di calo dell’entusiasmo e dell’abbandono del progetto. E la soddisfazione finale, posso garantirlo, rimane praticamente intatta (se ben fatta, attira gli stessi sguardi pieni di ammirazione e desiderio!).

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Anche questa canoa esce dalla matita di I. Oughtred, ed impiega le stesse tecniche costruttive del dinghy mostrato nella pagina precedente. Compensato di okumè da 4 mm e mogano i materiali utilizzati. Concepita per uso singolo, ha lunghezza di 3.7 m e la larghezza di 71 cm. Il peso varia in funzione dei materiali e degli allestimenti interni. L’esemplare qui mostrato ha un peso di quasi 20 kg, ma rinunciando ai gavoni stagni e usando un legno più leggero per il listellame ed il pagliolato, si può risparmiare qualche chilo. La doppia punta e la presenza di una sottile chiglia esterna conferiscono buona direzionalità. Anche la pagaia, di 2.40 m a pale sfalsate, è realizzata conformemente ai disegni.

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Quasi 3.90 m di lunghezza e circa 92 cm di larghezza sono le dimensioni di questa canoa, costruita col metodo “cuci e incolla”. Una tale larghezza è giustificata dal bisogno di stabilità per l’uso a vela e, naturalmente, rende non ottimale la navigazione a pagaia, per la quale si rende necessario un sedile rialzato. I piani sono semplici e intuitivi, e permettono adattamenti e personalizzazioni delle disposizioni interne. Ho “maltrattato” questo esemplare per sperimentare alcune soluzioni scelte dal progettista e per saggiarne la solidità. Anche in due, va senza problemi. I piani mi sono stati forniti dalla BCA di Milano su licenza della inglese Selway Fisher.

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Per ridurre il peso e gli ingombri ho realizzato quest’altra piccola canoa a vela: 3.33 m di lunghezza, 90 cm di larghezza e 20 kg di peso. Rispetto alla versione precedente questa ha un piccolo specchio di poppa ma lo spazio interno è rimasto praticamente invariato. Ho preferito la classica deriva a ghigliottina al tipo esterno generalmente usato sulle canoe a vela, senza avere grossi problemi di spazio e con un'efficienza decisamente migliore dovuta anche alla maggiore rigidità. Ideale per acque riparate, riesce a planare allegramente anche con vento leggero. Molto divertente e stabile, considerate le dimensioni, grazie al centro velico basso.

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Cris 3.2 è una canoa essenziale: è realizzata con compensato di okumè da 4 mm impiegando il metodo cuci-incolla. Si compone di un pannello di fondo e due pannelli per ciascun lato. Con i suoi 3.2 metri di lunghezza e 15 kg di peso si maneggia con grande facilità. Gli elementi strutturali sono in mogano Sapelli.

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Non è una canoa, non è una barca; un ‘S.U.P.’, che nel variegato mondo degli acronimi indica una tavola (board) su cui si pagaia in piedi (Stand-Up Paddling). Un capriccio costruttivo che intendevo verificare. In realtà sembra essere interessante anche per usi alternativi: si può pagaiare seduti, si porta agevolmente al traino facendo snorkeling, potendo contare su un sicuro appoggio, si può prendere il sole a distanza dalla spiaggia, magari pescare sottocosta. 3.5 m di lunghezza, 75 cm di larghezza e circa 16 kg di peso, si risale dall’acqua con estrema facilità.

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Canoa a vela simile alla precedente nelle caratteristiche, ma dalla linea più classica. La vela triangolare utilizzata anche in questo caso, impropriamente chiamata ‘vela latina’, permette ti ottenere un albero cortissimo ed un centro velico molto basso, con conseguente facilità di manovre e stabilità..

Una canoa a vela, poi, può trasformarsi in una vera goduria, per certi aspetti anche superiore a quella che deriva da una barca: niente carrello di traino, la si mette in acqua praticamente ovunque e senza aiuto, si possono raggiungere insenature inaccessibili a barche di dimensioni maggiori, la si ripone in pochissimo spazio o addirittura appesa ad un muro in garage, costa poco costruirla e ancor meno averne cura. E se cala il vento, pagaia al seguito, a casa si torna sempre. Vale la pena provare, e può costituire un ottimo inizio.

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